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Amare le domande stesse come stanze chiuse

Lei è così giovane, così nuovo a ogni inizio, e io vorrei pregarla come posso, caro signore, di essere paziente verso tutto l’insoluto del suo cuore, e di tentare di amare le domande stesse come stanze chiuse, e come libri scritti in una lingua molto estranea. Non cerchi ora le risposte, che non possono esserle date perché non le potrebbe vivere. Mentre si tratta appunto di vivere tutto. Ora viva le domande. Forse così a poco a poco, insensibilmente, si troverà un giorno lontano a vivere la risposta.
 
(Lettera ad un giovane poeta, R.M.Rilke)
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Un pipistrello in camera porta bene o porta male?

 
E’ entrato senza chiedere il permesso, ha volato per un quarto d’ora buono fra le 4 mura della mia camera, lasciandomi li a pensare "e ora che cazzo faccio", si è appeso un’attimo alla tenda, un’attimo, giusto il tempo per notare che erano piccole manine, quelle con cui si aggrappava alla stoffa, ha fatto un’altro mezzo giro ed è uscito, di nuovo senza chiedere permesso, lasciandomi a pensare che non avrei voluto che se ne andasse via.
 
A volergli dare un significato, porta bene o porta male?
avevo sentito qualcosa a proposito ma non ricordo proprio..
 
Una cosa è certa, volava senza sbattere…  planava a 20 cm dal mio naso che non riuscivo a fare a meno di ritrarmi e scostarmi anche se pensavo che non non era assolutamente necessario, che sarei dovuta rimanere ferma e impassibile a osservare e basta, che volevo, restare li ferma a osservare e basta..
ma lui non ha sbattuto da nessuna parte… neanche su di me, e girava girava… talvolta rallentava avvicinandosi al muro come se volesse aggrapparsi alla carta da parati e poi scivolava di nuovo via… e quando sforzandomi restavo ferma a vedermelo piombare addosso, lo vedevo velocissimo e restavo a bocca aperta nel notare i piccoli particolari della sua figura che non facevo in tempo a memorizzare che già lui era nell’altro angolo della stanza, che riplanava verso di me da un’altra angolazione…
 
Non so se porti bene o male, sicuramente mi fa pensare all’idea di destino
non c’era niente che io potessi fare, per indurlo a uscire, per spingerlo in un’angolo o nell’altro…
aveva un volo casuale, ma non era come quello degli uccelli, che sbattono contro le pareti, no, non era casuale "privo di senso" era casuale che "qualcosa che lo guida c’è, ci dev’essere"
pur essendo puramente casuale dava l’idea di avere un senso…
non si poteva fare a meno di cercare di evitarlo in qualche modo, pur sapendo che è inutile, inopportuno… ridicolo… di desiderare istintivamente e dal profondo del cuore: speriamo si muova di la, speriamo si muova di qua… e lui era più veloce dei pensieri e dei desideri…
se n’è uscito, come è entrato, quando ha voluto lui, con una naturalezza e una traiettoria così pulita e precisa che sembrava studiata e calcolata dall’inizio… innescata chissà quando e da quel momento impossibile da modificare…
mi ha lasciato nostalgia una volta che se n’è uscito..voglia di voler continuare a seguire con gli occhi la sua rotta, per curiosità, forse per qualcosa di più forte della curiosità… bramosia di vederlo…
 
Sono sicura che ci sarà qualche credenza popolare che dice che porta bene oppure che porta male, probabilmente ci sono entrambe; quello che è fortuna per uno è sempre sfortuna per qualcun’altro.
 
Se fosse solo destino, nè buono nè cattivo, semplicemente casuale e preciso, un significato da dargli ce l’ho:
non mi devo scostare mai, dal destino e da niente… devo resistere all’impulso di schivarlo e restare li ferma, lasciare che mi giri in torno, faccia quello che vuole, e godermi lo spettacolo stando a vedere che succede, che pieghe prende…
 
Ora sono a Compiegne, in Francia; per 6 mesi non ho fatto altro che chiedermi come mai ho innescato questo processo dell’Erasmus e poi ho continuato pensando una cosa e facendone altre per inerzia, senza fermare il corso delle pratiche, dicendo, pensando e urlando dentro di me che non volevo, eppure non facendo nulla per evitarlo. Pensandoci ora non è stato più facile che resistere a un pipistrello che ti punta dritto in mezzo agli occhi senza spostarsi, e in un’attimo ti ha già evitato all’ultimo momento, e i nervi dentro di te bestemmiano perchè non rispondi ai riflessi che mandano.
 
Sono qui perchè non mi sono scostata e sto osservando il caso che mi danza intorno…
probabilmente un senso non ce l’ha neanche ma sembra così lineare e naturale che non potrei chiedere di meglio, anche se i nervi e l’istinto non sempre sono d’accordo…
 
Sono qui e va bene così, va veramente bene così.
 
 
 
 
 
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Voglio

voglio respirare come un animale
voglio stare bene come un animale
spero di dormire almeno come un animale
e riusciro’ a giocare come un animale
voglio rotolare come un animale
ti voglio annusare come un animale
voglio imparare a stare solo come un animale
guardare in faccia ad ogni pericolo
ma sono un uomo
e non lo posso fare
non sono un animale
respirare, correre, riposare
abbaiare, continuare a far l'amore
invecchiare, morire
ululare, rotolare, correre, dormire, respirare, morire
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un pezzetto bello tondo di cielo d’estate sta sopra di me

 
   
 
 
magari fuori c’è il sole lo sento dal profumo della terra e vorrei uscire e chiudere gli occhi
 
   
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Le parole sono importanti

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voglio un filo di discorso a cui inchiodarmi… che sia infinito e leggero…


… forse,
sempre, e per tutti,
altro non è mai, leggere, che fissare
un punto per non essere sedotti, e rovinati, dall’incontrollabile
strisciare via del mondo.
Non si leggerebbe, nulla, se non fosse per
paura. O per rimandare la tentazione di un rovinoso desiderio a cui, si
sa, non si saprà resistere.
Si legge per non alzare lo sguardo verso il
finestrino, questa è la verità.
Un libro aperto è sempre la
certificazione della presenza di un vile – gli occhi inchiodati su
quelle righe per non farsi rubare lo sguardo dal bruciore del mondo –
le parole che a una ad una stringono il fragore del mondo in un imbuto
opaco fino a farlo colare in formine di vetro che chiamano libri – la
più raffinata delle ritirate, questa è la verità.
Una sporcheria. Però:
dolcissima … leggere è una sporcheria dolcissima.
Chi può capire
qualcosa della dolcezza se non ha mai chinato la propria vita, tutta
quanta, sulla prima riga della prima pagina di un libro ?
No, quella è
la sola e più dolce custodia di ogni paura – un libro che inizia …

                                                                                                   (Castelli di rabbia, A.Baricco)

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No, no, forse, no, si, vedrai… cambierà… chissà…

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… indaffarati a far niente…


Oggi è tempo d’incendi, organizziamo presepi


Dalle stelle tu scendi e ci senti e ci vedi


Addormentati in panchina o indaffarati a far niente


Ed il freddo che arriva, ci brucia e ci spegne


Non c’è nessun segreto, nessuna novità


Non c’è nessun mistero, nessuna natività


Io ti regalo una foglia da masticare col pane


E tu una busta di vino per passare la fame


Sior capitano aiutaci a attraversare


questo mare contro mano


Sior capitano, da destra o da sinistra non veniamo


e questa notte non abbiamo


Governo e parlamento non abbiamo e ragione


Ragione o sentimento non conosciamo


e quando capita ci arrangiamo


E ci arrangiamo


Con documenti di seconda mano


Con documenti di seconda mano



Oggi è tempo d’attesa, organizziamo qualcosa


Mentre balla sul marciapiede, la vita in rosa


Che ci guarda e sorride e non ci tocca mai


Ultimi di tutto il mondo, piccoli fiammiferai


Non c’è nessun perdono in tutta questa pietà


Non c’è nessun calore, nessuna elettricità


E oggi parlano i cani per sentirsi più buoni


Intorno al nostro fuoco cantano canzoni


Sior capitano aiutaci a attraversare


questo mare contro mano


Sior capitano, da destra o da sinistra non veniamo


e questa notte non abbiamo


Governo e parlamento non abbiamo e ragione


Ragione o sentimento non conosciamo


e quando capita ci arrangiamo


E ci arrangiamo


Con documenti di seconda mano


Con documenti di seconda mano


 



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